L'86% delle aziende romagnole
colpite dall'alluvione del maggio 2023 ha ripreso del tutto la
propria attività, un 5% si è attestato su una ripresa al 70% e
un altro 5% è ripartito per metà mentre il 3% è riuscito a
riprendersi solo per un 20%. Quasi la metà delle imprese, il
42,5%, non ha ricevuto alcun tipo di ristoro e chi li ha
percepiti - da uno o più soggetti - è riuscito a coprire in
media il 36% del danno subìto. E' quanto emerge - a 12 mesi di
distanza - da una analisi condotta dal Centro Studi di
Confindustria Romagna fra le 58 imprese romagnole costrette a
fare i conti con il drammatico evento.
Tra le realtà che hanno ottenuto un ristoro, il 35% è stato
rimborsato tramite i bandi dei due enti camerali con una
percentuale sul danno pari al 10,8%, il 5% è stato rimborsato
dalle assicurazioni con una percentuale sul danno pari all'89,5%
e il 15% dal Governo, per lo più tramite Simest, con una
percentuale sul danno pari al 55,3%.
Sul fronte occupazionale, l'81% delle società oggetto
dell'indagine non prevede di attivare nei prossimi tre mesi la
cassa integrazione mentre per quanto riguarda la messa in
sicurezza degli impianti e della struttura un terzo delle
aziende si è impegnata in interventi di ristrutturazione degli
stabilimenti, nel riposizionamento dei macchinari e server ai
piani superiori, nel trasferimento in altre sedi e
nell'adeguamento delle polizze assicurative.
Secondo le industrie danneggiate, inoltre, fra gli interventi
più stringenti da realizzare adesso spiccano ai primi posti la
messa in sicurezza del territorio, le agevolazioni fiscali e gli
interventi sulle infrastrutture. Quanto alla eventuale modifica
degli assetti assicurativi il 58% ha chiarito che l'attività
era già coperta, il 35% ha deciso di non modificare i propri
contratti, e solo l'8% ha adeguato le coperture assicurative.
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